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il segreto di dora 53

time cose da dirsi a quattr’occhi. Invece pareva che le parole gli si arrestassero in fondo alla gola, e si mutassero talvolta in un sommesso gorgoglìo, allorchè Gabriele si fermava in quell’andare da un punto all’altro del salotto con cui tentava di vincere la evidente sua esaltazione.

— Parla! Che vuoi dirmi? Sono disposta ad ascoltare tutto.

Egli faceva cenno con la mano: Niente! Niente!

E quando la signora Marozzi e l’avvocato Nerucci vennero a chiamarli, furono maravigliati di trovarli seduti, lei in un angolo del canapè, lui su una seggiola accanto al tavolino nel centro del salotto come due che avessero esaurito quel che dovevano dirsi.

Attraversando il corridoio che conduceva alla sala da pranzo, Gabriele si era fermato davanti a l’uscio della camera maritale tastando con una mano la muratura, facendo il gesto di buttarla giù; ed era passato oltre.

A tavola si mostrò inattesamente gaio, con strane intermittenze di ironici sorrisi, affermando che certe pietanze del carcere, quelle più comuni, avevano un sapore speciale, un profumo speciale che il palato, per l’assuefazione, ritiene e comunica