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il segreto di dora 51


— Anche la sua vita è stata una segregazione. Sì, ancora bella, austeramente bella, figlio mio.

Parve scosso da un brivido; e rapidamente si accomiatò dal Direttore. Scendendo le scale, di tratto in tratto si fermava, si voltava indietro.

— Non si vive sette anni fuori della società senza sentire una specie di ribrezzo nel momento di rientrarvi.

— Via! Bando ai tristi pensieri! — gli rispose l’avvocato. — Vede com’è indulgente il sole? Si vela in questo momento per non offenderle gli occhi.

Infatti Gabriele Loveni batteva rapidamente le palpebre sotto la falda del cappello di feltro grigio abbassata nel percorrere il breve tratto per montare in carrozza.

L’avvocato osservava che sette anni di vita carceraria avevano lasciato un’indefinibile impronta nell’aspetto, nei movimenti e nel gesto del suo cliente, rimasto muto, assorto lungo il tragitto dal carcere alla stazione, e durante le tre ore passate in un angolo del «buffet» aspettando l’arrivo del treno che doveva portarli via. Il Commendatore, assaggiando appena le pietanze, guardava suo figlio con l’ansia di chi teme un pericolo e vorrebbe