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50 | luigi capuana |
veni; ma il numero 614. Quando verrà il momento, se verrà... — Ecco: è arrivato. Suo figlio sarà qui tra pochi minuti. Non lo vedrà vestito da condannato.
Gabriele si fermò, esitante, su la soglia e girò rapidamente lo sguardo attorno come in cerca di qualcuno che si attendeva di trovar là; poi, quasi barcollante, si precipitò tra le braccia del padre.
— E... lei? — domandò, dopo di aver abbracciato anche l’avvocato.
— Era troppo agitata, troppo commossa da poter affrontare lo scomodo di questo viaggio — si affrettò a rispondere il commendatore Loveni.
— Mi sono state consegnate ieri tutte le lettere indirizzatemi durante i sette anni della mia pena... Non ne ho trovato neppur una di... lei!... E’ giusto!
— Vita nuova! Vita nuova! — esclamò l’avvocato Nerucci. — Il passato non deve più esistere tra voi due.
— La scienza non ha saputo trovar niente per far dimenticare!
La sua voce era divenuta roca, la sua lingua un po’ impacciata, quasi il lungo, volontario silenzio l’avesse alquanto irrigidita.
— E’ sempre... bella? — domandò al padre.