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34 | luigi capuana |
sonno; e non osava di accendere il lume, di mettere i piedi a terra, con le sole calze, per non fare il minimo rumore. Nel gran silenzio della notte, le arrivava, ora sì, ora no, il lontano ’Ntio! ’Ntio! della campanella, la voce di Nino, le pareva, che si raccomandava: Tienti pronta; tra un’ora sarò costì!
Tra un’ora! Oh, per amore di lui si sarebbe buttata viva nel fuoco. Ma quella fuga diventava per lei qualcosa di peggio. Lei stessa aveva terrore che, all’ultimo momento, non le venissero meno la forza e il coraggio....
Ed ecco — mettevano i brividi, quasi lanciassero per l’aria un malaugurio — ecco i cento colpi dell’orologio — din! don! — che suonavano la mezzanotte dal campanile della Matrice. Arrivavano da lontano, fiochi, lenti... non finivano più. Tra mezz’ora, tra un quarto d’ora, Nino avrebbe lasciato gli altri nella taverna di Scatà... L’avrebbe condotta da una parente di lui, e sarebbe tornato a riprendere il giro con la campanella e la banda, fino all’alba, come se niente fosse stato!
Nella casa e nella via silenzio profondo.
Acceso il lume, preparò il fagottino, infilò le scarpe, si buttò addosso lo scialle, e si sedette ac-