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28 | luigi capuana |
con gran rumore di tamburo, di gran cassa e di piatti. Poi fatto onore al montone al forno — pietanza tradizionale in quella occasione — veniva ripresa la passeggiata per le vie, dietro il ’Ntio! ’Ntio! della campanella, con rinforzo di passi doppi, allegramente stuonati e grida degli sfaccendati che li seguivano:
— Viva la Misericordia di Dio!
Nino voleva fare le cose alla grande.
Lo zi’ Scatà, il tavernaio, in maniche di camicia con le mani incrociate sul pancione, proponeva:
— E se cuocessimo due fili di maccheroni?
— No, si andrebbe troppo per le lunghe.
— Anzi! Il sugo li fa scivolare giù per la gola meglio di ogni altra cosa.
— Vada pei maccheroni!
— Vino di Vittoria, arrivato fresco fresco!
— E senza battezzarlo, mi raccomando.
— Lo zi’ Scatà è cristiano, ma il vino lo vuole turco...
— Per sè. Ma per gli altri?
— E càlia e fave arrostite a disposizione dei bevitori.
— Tutto pronto per la mezzanotte.