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l’«omo selvaggio» 311


— Avrebbe fatto meglio a impedirle di perdersi!

— Non dite stoltezze. Noi non possiamo intendere le vie del Signore.

— Parlo da ignorante; mi scusi.

— Dopo cinque anni e nello stato in cui si trova, dovreste almeno perdonarle.

— Che se ne farà del mio perdono?

— Dicono che è ridotta in uno stato orrendo. Il cancro, il terribile cancro, le ha mangiato quasi intera la faccia. Abbandonata dal seduttore è vissuta un anno facendo i più umili uffici. Poi è stata accolta in un ospedale. Ha pregato di essere rimpatriata: le è stato accordato a stento. È arrivata, da tre giorni, al suo paese.... Le avete voluto bene.... allora.

— Ah, signor parroco! Ah, signor parroco! Di me nessuno ha avuto pietà!... Mi hanno creduto un vigliacco egoista, perchè non son corso dietro a quei due, imbarcandomi immediatamente — mi mancavano forse i mezzi? — per andare ad ammazzarli come due cani. Chiedevo di essere voluto bene, come mi aveva giurato davanti a Dio! Che avrei ottenuto ammazzandola?... E non ho il minimo rimorso, signor parroco! La sua volontà era la mia. Non s’è mai dato il caso che io le abbia