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296 | luigi capuana |
— Buon giorno! Buona sera! Che c’è di nuovo, «omo selvaggio»?
Ormai glielo dicevano in viso e non si offendevano delle brutali risposte.
Era stato pure un buon giovane, di carattere allegro, servizievole, intento a far prosperare il suo negozio, che, da piccola merceria, come l’aveva gestita suo padre, era divenuta la migliore merceria del paese, fornita di tutto; e poi tabaccheria, con rivendita di sigarette e sigari esteri; e poi, per completarla, spaccio di pane e paste delle migliori qualità.
Allora stava egli stesso dietro il banco, orgogliosi di servire gli avventori che aumentavano di giorno in giorno, esattissimo nel peso, scrupoloso nei prezzi, con grande rabbia dei colleghi che lo accusavano di voler rovinare il commercio.
— Mi basta di non rovinare i clienti! — egli rispondeva a coloro che gli riferivano le lagnanze degli altri rivenditori. — Basta anche a te, mamma, è vero?
La vecchietta agucchiava in un angolo, interrompendosi se occorreva di aiutarlo a servire un avventore, e approvava con una mossa della testa e un bel sorriso le parole del figlio, che per lei era un oracolo.