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290 luigi capuana


A traverso qualche piccolo errore d’ortografia e qualche periodo rimasto per aria, Ramaglia non era riuscito ad afferrare il senso preciso. Non importava niente l’atteggiamento austero che la signora Letizia assumeva davanti a lui in presenza di Edmondo. Aveva scritto: dunque... Tanto più che le lettere buttate giù a quel modo gli piacevano assai più di quelle stilizzate o copiate da qualche Segretario galante.

Non gli era avvenuto mai di esitar tanto.

— Che ti accade? — gli domandò Peretti. — Sei di cattivo umore. M’inganno?

— Indovini. Sono... mezzo innamorato.

— Al solito!... C’è qualche ostacolo?

— Nessuno, tranne quello che la donna appartiene a.... un mio superiore ed amico.

— Se è destino! Perchè in questi casi, credo che ci entri il destino.

— Che mi consigli?

— Tira via!

— Com’è feroce l’uomo — stette a riflettere Ramaglia — quando non si tratta personalmente di lui! Quasi, quasi! E se un giorno dovesse rimproverarmi, potrei rispondergli: — Non mi hai detto: Tira via?