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276 | luigi capuana |
vano a guardare la bella donnina che passava a testa alta, con quel gran cappellone bianco torno torno fiorito di mammole, e sostava davanti a tutte le vetrine dei negozi di stoffe, di modiste, di calzature. Nessuno la seguiva... o almeno nessuno dava a vedere che la seguisse con qualche intenzione. E Peretti un po’ se ne rallegrava, un po’ ci si arrabbiava, pensando che i giorni di permesso stavano per terminare, senza che egli fosse riuscito a scoprir niente.
L’ultimo giorno, Peretti non ne poteva più. Non già che sua moglie lo avesse costretto a camminar molto; lo aveva stancato con le lunghe attese in vedetta davanti ai negozi, quasi si divertisse a farlo smaniare indugiando nella scelta, spesso finendo col non comprar nulla, uscendo da un negozio per entrare in un altro non molto distante, e ripetere le stesse lungaggini di sosta che dovevano, certamente, far spazientire i commessi... Compassionava anche i commessi.
Si sentì chiamare:
— Peretti! Sei tu?
— Ramaglia! È vero?
— Sì; siamo un po’ invecchiati...
— Pur troppo!... Non tanto però!