Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
266 | luigi capuana |
«E siccome io le sbarravo gli occhi in viso, quasi atterrito di tanta spudoratezza, soggiunse:
«— Perchè sono la tua amante? Anche tu hai goduto di avermi indotta a tradire un altro! Vuol dire che è lecito, che è permesso. Non fare il ragazzo.
«— Lidia! — le gridai. — Lidia!
«Riprese a canticchiare, come se il mio grido di suprema angoscia non le fosse penetrato negli orecchi, non fosse arrivato al suo cuore!
«Il momento era quello: un lampo mi aveva attraversata la mente e fatto fremere da capo a piedi; le mie dita si erano contratte come artigli che si apprestavano ad afferrare, a stringere, a dilaniare.... Non avrei dovuto lasciar trascorrere quel momento di bestiale ferocia; e a quest’ora!... Si vede che fin nelle più grandi crisi della nostra intelligenza veglia, potentissimo, l’istinto della personale conservazione. Mi vidi arrestato, condannato....»
— Qui ci sono otto righi scancellati in maniera da non potersi affatto leggere.
— Non importa; prosegui — disse Borelli. — Insomma, l’ha ammazzata? Non l’ha ammazzata?
— Ho letto soltanto fino a questa quinta cartella.