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252 | luigi capuana |
— C’è un malinteso, Giani! Biagi non è capace.... E tua moglie poi....
Allora Giani si sfogò rivelando che terribile donna fosse sua moglie nell’intimità: villana, prepotente, inesorabile, testarda, una lingua che non riposava mai, che assaliva da tutte le parti. Egli non sapeva spiegarsi come mai Rocco Biagi si fosse indotto.... E, in ogni modo, gli era grato, gratissimo di quel che gli aveva fatto, qualunque fosse stata la sua intenzione. Povero Biagi!... Lo compiangeva!...
— Sarà difficile che se ne sbarazzi — soggiunse. — Io, per non commettere una enormità, ho dovuto far provvista di bontà, di cortesia, di amabilità fuori di casa; per distrarmi anche. Povero Biagi! Non saprò mai, mai, ringraziarlo abbastanza!... L’ho abbracciato e baciato sinceramente. Diteglielo, per confortarlo. E ditegli che, per evitare d’incontrarci in ufficio, mi son fatto mutare di sezione.
Biagi non si aspettava questo strano risultato.
— L’arme si è ritorta contro di me! — disse a un amico che gli accennava dalla lontana quello che era avvenuto. Intanto, finalmente, mi sono liberato dalle asfissianti cortesie del marito!