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238 | luigi capuana |
— Sta’ zitto! Tu somigli a certe paste.... troppo dolci. Il guaio è che mentre nessuno può forzarci a mangiarne più di una, invece, con te non si sa come rifiutare....
— Ma io....
— Sta’ zitto! Prova. Vedresti che mirabile effetto! Un’impertinenza, una sgarberia di Bortolo Giani! Impagabili!
— Intanto, scusa....
— Ci siamo!
— L’altro giorno tu dicevi...
— Dio mio! Con te non si può neppur fiatare!...
— Chiami fiatare lo esprimere un desiderio, così, senza nessun’intenzione di incomodare qualcuno?
— Mi metti paura!... Che cosa ho detto l’altro giorno?
— Che avresti pagato un occhio....
— È un modo di dire.
— Lo so. Ed io, per caso, ho trovato, senza che tu sia costretto.... a pagarlo un occhio. Ecco qua!
Ogni volta così. Rocco Biagi si sentiva annichilito davanti a tanta cortesia.
Gli altri compagni di ufficio ne abusavano: — Giani, scusa.... questo! Giani, scusa, quello! —