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232 | luigi capuana |
può sospettare di un trucco. Io manco da dieci anni da questo paese. Fino a due giorni fa ignoravo la morte del mio amico. E poi... due notti di sèguito: — Nella tale cassetta! — Facciamo come san Tommaso, che credette dopo ch’ebbe toccato....
— Mette in gran curiosità anche me.
Andarono di sera, Pretore, Cancelliere e i due amici, zitti zitti, con grand’allarme della famiglia Lo Faro.
— Scusino; si tratta semplicemente di ritrovare una carta affidata all’amicizia e all’onestà del loro rimpianto capo di famiglia. Terza cassetta, a sinistra: numero e posto precisi.
Silenzio profondo; tutti ansiosissimi attorno alla scrivania.
Al Pretore, che poco prima faceva il bello spirito, tremava la mano nell’infilare la chiave nella toppa.
La cassetta era piena zeppa di carte: lettere, ricevute, note di fornitori. All’ultimo, proprio addossata al fondo, ecco una busta gialla, con cinque suggelli e la soprascritta: Testamento olografo del signor Natale Mirone, consegnato all’amico don Tino Lo Faro.