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228 | luigi capuana |
ultimo testamento. L’amico a cui era affidato è morto due giorni dopo di me. Sono andato a riprenderlo dalla cassetta dove stava riposto. Vuoi leggerlo?
Il foglio di carta, spiegato, si agitava nell’aria quasi la mano che lo porgeva stentasse a sostenerlo.
— Non importa!
Lanuzza cominciava ad avere paura di trovarsi faccia a faccia col fantasma del suo amico.
— Andrò a rimetterlo dov’era. Lo ritroveranno.
— Ma... spiegami, come mai tanta tolleranza da parte tua?
— Dovevo scontare. Quel che ho sofferto nessuno lo saprà mai.
— Scontare che?
— Non puoi capirlo.
— E ora, che vuoi da me?
— Dovrai dire al Pretore: C’è un testamento in casa degli eredi di don Tino Lo Faro, in fondo alla terza cassetta a sinistra della sua scrivania. Andate a cercarlo. Grazie... Addio! Addio!
Don Ciccio Lanuzza, destatosi di soprassalto, si trovò a sedere sul letto, con le gambe penzoloni dalla sponda, con brividi per tutta la persona, e un gran sgomento nel cuore.