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224 | luigi capuana |
sini. Un colosso, con certe braccia, e certi pugni.... Basta! Passavano davanti alla sua bottega. Egli era seduto al sole, senza berretto, con la zucca pelata che stralucciacava. Mi par di vederlo. E Natale, sbadatamente, gli disse: — E che, Mastro Nitto? Ve le cuocete al sole? — E Mastro Nitto, passandosi la lingua su le labbra, rispose: — Voscenza, le sue, e fa bene, se le custodisce col cappellone di paglia. — Non so chi mi diè, quel giorno, la forza di trattenerlo. Un luccicore di belva apparve e sparve nei suoi occhi. Un lampo! Un istante! Poi egli prese il mio braccio e disse: — Grazie!... Ha ragione!... — Ebbi la ingenuità di dirgli: Tu dunque sai? — Abbassò il capo e lo rilevò immediatamente: — Da un pezzo!... Come ignorare? — Fece un’alzata di spalle e non disse altro. Peccato! Un gentiluomo come lui! Un cuor d’oro come lui! Chi non ha sperimentato la sua bontà?
— Bontà fino a un certo punto! Si lasciava sfruttare, senza mai accorgersi che abusavano di lui.
— Altro, se se n’accorgeva!
— Dicono però che in casa, a quattr’occhi, con la moglie era terribile.
— In che modo? Fandonie! Avrebbe potuto prenderla per le spalle e buttarla in mezzo di una