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un sogno | 223 |
malumore anche oggi quando li rivedo. Scortammo la sposa fino all’uscio di casa sua. Il matrimonio civile fu celebrato un anno dopo, con qualche sfoggio. I parenti di lei ormai si erano rabboniti: e gli sposi che, dalla sera della cerimonia religiosa, si erano sempre visti lei dal balcone, lui dalla via, come due innamorati, andarono ad abitare una casetta di quattro stanze, arredate semplicemente, quella con la facciata verde pisello, non ancora sbiadita, perchè una volta le cose si facevano con coscienza, quella dirimpetto alla chiesuola di Santa Lucia; l’ho riveduta questa mattina, arrivando.
— Don Natale Mirone da cinque anni non abitava più là. Aveva comperata la palazzina dei Nolfo, col giardinetto dietro.... È morto proprio nel giardinetto.
— E non era un vigliacco, posso assicurarvelo. Quella sua incredibile tolleranza è rimasta un gran mistero per me. Una sola volta, da principio, gli ho veduto, momentaneamente, perdere la padronanza di se stesso e con uno che metteva paura ai più arrischiati. Lo avete forse conosciuto: Mastro Nitto, il ferraio, quello che faceva chiavi false pei ladri, e «temperini» di due spanne per gli assas-