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l'ideale 211


— ...?

— Il testamento di suo zio. Appena lei diventasse mettiamo il signor Alberto Manzoni — scegliamo un cognome illustre — la Congregazione di carità vorrebbe sùbito mettersi in possesso del patrimonio che non servirebbe più a continuare la stirpe dei Coscia. Non ci ha pensato?

Fece e rifece parecchi calcoli.

— Che mai poteva rimanergli, se avesse rinunziato alla maledetta eredità dello zio?

Poco, assai poco! Suo padre era stato uno sciupone sbadato. Fin la casa era inclusa in quella eredità!

Lui, come lui, avrebbe fatto il sacrifizio a occhi chiusi: ma avrebbe poi potuto pretendere dalla Divina: — Vieni a condividere la mia povertà, se ti sembra che il mio amore valga qualcosa? — Lei e i parenti gli avrebbero riso in faccia!

Fu appunto in una di quelle terribili giornate di angoscia che gli scappò detto al Rocchi:

— Non ne posso più! O sono un imbecille o sono un pazzo!