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206 | luigi capuana |
— Cominci ad accorgertene ora?
— Meglio tardi che mai!
— Me ne rallegro sinceramente con te. E... si può sapere di che si tratta?
— Si tratta... che l’intelligenza è il peggior dono che ci sia stato fatto dalla Natura, da Dio, da non sappiamo chi.
— Il can barbone del tuo professore di filosofia dovrebbe saperlo.
Lo chiamava così per la straordinaria somiglianza della testa di lui con quella di un cane di questa razza.
— Ma, più precisamente, di che si tratta, se è lecito domandarlo? — insistè Rocchi.
— Sono nel bivio, o di rinunciare alla vistosa eredità di mio zio e ridurmi quasi povero, o prender in moglie, per forza, la prima femmina che càpita, ed essere infelice per tutta la vita.
— Senti: prender in moglie la prima femmina che càpita non è poi, come tu immagini, un’idea cattiva. Con le donne non si sa mai! Indovinala grillo! Ma che c’entra qui l’eredità di tuo zio?
— Tu non sai! Fra cinque mesi io compio trent’anni. E il testamento di mio zio dice che se al trentesimo anno non avrò ancora preso moglie, il