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Alberto Coscia non poteva soffrire questo suo volgarissimo cognome.

— Scegli un pseudonimo — gli diceva Rocchi, il pittore di anitre e di oche. — A furia di ripeterlo...

— Perchè? Come? Non rappresento nulla in niente. Mangio, dormo, passeggio, faccio qualche partita al bigliardo... Chi vuoi che prenda sul serio il mio pseudonimo?

— Dovrebbero prenderlo sul serio? Sei buffo, sai? Io, vedi? non ho adottato un cognome di battaglia. Ho battagliato con le mie anitre, con le mie oche. Le conduco, stavo per dire, a pascolo in tutte le Esposizioni, e ormai sono più conosciuto sotto il titolo di pittore di anitre e di oche, o soltanto di oche — quasi la gente abbia in uggia le povere anitre! — conosciuto più assai che non col mio nome di Filiberto Rocchi. Credi tu, forse,