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l'ultima lusinga 189


Perciò don Pietro stava come in agguato, seduto a piè dei lettino dove Matilde smaniava, voltandosi e rivoltandosi da un fianco all’altro, o rimaneva immobile sotto le coperte, con gli occhi chiusi, facendo sentire appena l’ansimare del suo respiro.

Il dott. Cassisi veniva due volte al giorno, impassibile, e si grattava il mento col gesto caratteristico con cui soleva significare che era poco contento di un malato. Non ordinava niente; lasciava che la malattia facesse il suo corso. Strana malattia! Sì un po’ di febbre, un po’ di anemia, un po’ di alterazione nella circolazione del sangue e quindi nelle funzioni del cuore; ma come? ma perchè? E siccome il dottor Cassisi non credeva alla volgare stupidaggine — egli diceva — dell’anima, non poteva ammettere che il male provenisse da essa. E quando donna Michela gli accennò timidamente, sottovoce... il sospetto suo e del cognato don Vito, il dottore cessò di grattarsi il mento e con la sua brutale sincerità disse alla malata:

— Ho scritto una santa ricetta; medicina infallibile: Recipe, un bel tocco di marito!... Sei contenta?

Uno scoppio di singhiozzi e di pianto fu la risposta di Matilde.