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l'ultima lusinga 185


— Se stesse a me, zio! — rispose Matilde.

— Quando non facciamo niente per star meglio! Quando ci ostiniamo a pensare... a pensare! Il pensiero è il maggior veleno.

— Ma io non penso a niente, zio!

— Pensi.... a lui! Che ti figuri? Che nessuno abbia capito?

— Oh, zio! Oh, zio!

— Lascia stare gli oh! È naturale, alla tua età. Avresti dovuto confidarti con tua madre... o con questo zio che ti vuol bene, e tu lo sai. Tuo padre è.... un animale irragionevole; possiamo far a meno di lui e dei suoi terni al lotto... che non si decidono a venir fuori! Dunque? Su, come al confessore. Chi è? Voglio entrarvi in mezzo io.

— Nessuno!... Non è nessuno!

— E c’è bisogno di piangere per questo? Si dice: è il tale! — Vuole la dote? È giusto. Avrà la dote. Già, se fosse persona intelligente, dovrebbe contentarsi di possedere un tesoro di ragazza come te.... Ma la dote non guasta. La troveremo. Lo zio don Vito non potrà portarsi nell’altro mondo il poco che ha e che ha saputo conservare... Comincerà dal fare un po’ di bene anche da vivo, al contrario del suo signor fratello.... E per ciò lo zio