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l'inconsolabile | 167 |
Lo vide rizzar da sedere, balbettando:
— Scusate!... Perdonate!... Ho abusato della vostra cortesia.... Addio.... No; a rivederci!
— Sbagliate uscio.... Di lì si va nella mia camera da letto. A rivederci!
La signora Lizarri non si mosse, e diè in una risata dietro a Flores, che pareva avesse fretta di scappare, risata di sdegnosa ironia e di mortificante delusione.
Come mai, intanto, nei ritrovi, egli affettava di nuovo le arroganti maniere del conquistatore, tanto da far credere che volesse sùbito rifarsi del po’ di tempo perduto? Tanto da sembrare che ora intendesse anche di smettere quella squisita apparenza di riserbo col cui fascino aveva soggiogato il cuore della poverina morta di eccessi di amore per lui, come tutti tenevano per certissimo?
Erano simulati o sinceri queste interruzioni, quei pentimenti che sembravano di sorprenderlo di tratto in tratto, quando più appariva sul punto di ricordarsi che la giovinezza reclamava i suoi diritti e che al culto di un affetto indimenticabile e di un immenso dolore non era ragionevole nè giusto sacrificare il presente e l’avvenire, più quello che questo?