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166 | luigi capuana |
po’ di sosta e si ricomincia, più insistentemente, più trionfalmente. Voi siete in questo caso. Non dovrei dirvelo io; posso sembrare interessata....
— Ah! — rispose Flores — Voi dovreste capire quel che è mancato tutt’a un tratto al mio cuore.
— È inutile rimpiangere il perduto. Non si può riavere. Si può però, si deve sostituire, con qualcosa che appunto avrà il grande pregio di esser diverso, e talvolta — può darsi — anche meglio.
— Se pensassi questo, mi parrebbe di compiere un atto di vigliacca profanazione.
— Eh, via, caro Flores!
— Non lo nego: posso dimenticare per qualche momento; specialmente quando odo parole e veggo sguardi di viva pietà che sembra mi ridestino alla vita, come le parole e gli sguardi di cui vorrei saper ringraziarvi quanto meritate....
— Non mentite. Le mie parole, i miei sguardi vi lasciano abbastanza freddo; ed è bene. Ora voi siete più pericoloso di una volta. Sono stata imprudente, invitandovi a venire a trovarmi, promettendovi di essere tutta per voi.... No, no; non aggiungete finzioni a finzioni.... No; lasciate stare queste povere mani. Che volete farmi credere...? Tutt’a un tratto?... Oh! Dovevo prevederlo.... Come siamo sciocche noi donne!