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152 | luigi capuana |
olografo? Si consegna in busta chiusa con cinque o più suggelli... Busta? No; un foglio di carta bollata. Mi sono informato bene.... Testatore, testimoni, notaio firmano l’involucro... e tutto è finito. Solamente, in questo caso, non si sa quel che il testatore ha scritto. È seccante. Chi sa che diamine ha combinato?
È una stupidaggine supporre che lo zio Tommaso voglia farsi beffa di me. Gli ho mai chiesto qualche cosa? Ho sempre detto soltanto, tra me e me, e non può essergli giunto all’orecchio: — Quel maiale dello zio Tommaso! — Esclamazione scherzosa, che lo avrebbe fatto sorridere se avesse potuto udirla. Per fortuna quel che si pensa rimane dentro di noi, e la parola può dire una cosa e l’altra parola, quella che ci parla sottovoce nella testa, dire, nello stesso momento, precisamente l’opposto.
Così, ora, se Marco Tanzi, quel gran seccatore, mi domanderà... — Figurati! — gli risponderò. Io penso alla signorina Viola come alla figlia del Gran Turco! — E intanto avrò lavorato sott’acqua, avrò fatta la mia brava dichiarazione, poi la mia solenne richiesta al babbo, e una mattina... Peggio di uno schiaffo! Peggio di un pugno su la boc-