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142 luigi capuana

invece di rallegrarsi con se stesso, invece di ammirarsi, si buttava in viso una violenta serie di ingiuriosi epiteti: — Stupido!... Imbecille!... Cretino!... Bestia!... Bestione!... — i quali però, da lì a qualche giorno, non gli impedivano di ricominciare daccapo.

Ed era la sua fortuna; perchè così non gli accadeva mai di annoiarsi. La sua vita passava in continui soliloqui.

Da due giorni ora stava sotto l’ossessione di una lettera di suo zio Tommaso Bicci.

— Viene per far testamento!... E perchè me lo annunzia? Vuol trovare un notaio onesto, come se i notai portassero l’etichetta: Guardatevi dalle contraffazioni! I notai sono tutti onesti fino al momento in cui i depositi dei clienti non li tentano di diventare l’opposto. Ma allora scappano, e non occorre informarsi della loro moralità negli affari... Già, mio zio è stato sempre un omo... un omo... come dire? — un po’.... forse più di un po’, di cervello balzano. È andato ad esiliarsi in campagna; chi sa perchè? Per economia, no di certo. Le grasse rendite se le gode fino all’ultimo centesimo, e spesso gli accade di dover fare qualche piccolo debito, una, due cambialette a tre, a sei mesi...