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136 | luigi capuana |
— Oh! Così cavalleresco!
Era felice di poter passare una giornata intera assieme con lui, sotto gli occhi del marito.
Tonghi, risalito gli scalini, aveva tirato fuori dalla tasca la rivoltella, e con gli occhi quasi fuori dell’orbita, iniettati di sangue, con voce roca, imperiosa, gridò alla moglie e all’amico:
— Buttatevi giù! Vi ho condotti qui apposta.... Buttatevi, o vi ammazzo!
I due amanti improvvisamente impalliditi, capirono che non si trattava di un’allucinazione, di uno scherzo di cattivo genere, di una minaccia da burla, e si voltarono stringendosi, disperatamente, l’uno all’altro.
— Buttatevi!... O vi ammazzo!... Il turpe inganno è finito!
— Inganno?
— Zitta!
— Inganno? — riprese la signora Gina non dando retta a Rosselli che le stringeva forte il braccio.
— Ma è stato unicamente...
— Zitta! Zitta!
— ... per mia madre!... Sì, ci butteremo giù, felici di morire insieme, al tuo cospetto, in un abbraccio e in un bacio supremo!...