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al santuario | 131 |
guivo allegramente la manovra da lui voluta... Ma che? Dovevo ridurmi un meccanismo pronto ai suoi stupidi voleri? Mi sentii chiudere il cuore. Una irritazione sorda; poi odio a dirittura! Andavo a piangere in casa di mia madre. La cara e buona mamma non sapeva dirmi altro: — Fa’ la volontà di Dio! — Era Dio forse lui? Dio sei stato tu, tu la luce, l’amore la vita! Ah, se non fosse per la mamma!... Non ho rimorsi. Sono orgogliosa di quel che faccio. Se occorresse, glielo griderei in viso!
Lui tentava di rabbonirla, d’impedirle di commettere un’imprudenza, nei giorni in cui ella arrivava nel loro rifugio più irritata del solito. Ormai aveva voluto staccarsi completamente dal marito; non sapeva più vincere la repugnanza ch’egli le ispirava. E in questo Rosselli era d’accordo con lei: tremava al solo pensiero di saperla alla mercè della violenza di colui che l’aveva in potestà sua, protetto dalle leggi umana e divina. La vera legge umana era il loro amore; la vera legge divina il loro amore, sempre, il loro amore! Non era anche troppo sacrificio il mentire davanti a lui, davanti alla società? Non era un miracolo di amore il non essersi mai traditi un solo istante?