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130 luigi capuana


— Sarebbe il più bel morire! — rispondeva Rosselli!

— Vivere dobbiamo. Per morire c’è sempre tempo!

E lei gli faceva un inchino:

— Addio... antipatico! Addio... opprimente!

— Addio... leziosa! Addio... pretenzionosa!

Si staccavano a stento.

Era stato un colpo improvviso, e le loro due giovinezze si eran esaltate sempre più in quel mistero che le circondava.

Ella gli aveva detto parecchie volte:

— Non ho rimorsi. L’ho sposato per amore, ed egli ha fatto di tutto per stancarmi, per allontanarmi da sè. Non credo ci sia mai stato al mondo, o che ci sia, un tiranno peggiore di lui; tiranno dalle piccole cose, dalle inutili manie, dalle continue, irritanti esigenze che ti tolgono il respiro. Sin dalle prime settimane. Non posso ricordare senza fremere il nostro viaggio di nozze: venti giorni... un’eternità! Continuamente: — Ma Gina! Ma Gina! — quasi lo spostare un oggetto, il trascurare il riporne uno dove, secondo lui, era indispensabile riporlo... fosse stato un delitto! Da principio ridevo, rimettevo l’oggetto al suo posto, ese-