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al santuario 125


— E lei... finge di essere amico di mio marito!

— È l’unico mezzo per avvicinarla. Me lo rimprovera?

— Se io dovessi tradire mio marito, la prima cosa che farei sarebbe di abbandonare la sua casa.

— Ah! Che grande felicità!

— Non si lusinghi! Questo non avverrà mai. Io mi sento mortificatissima della sua insistenza. Come devo farglielo intendere?

— Dovrei strapparmi il cuore per dimenticarla!...

Si sentì il rumore dei passi di Rosselli e del marito che venivano anch’essi nella terrazza.

— Ve lo immaginate — disse la signora Tonghi, ridendo — un Collini... poeta? Pare che sia un po’ turco; gli piace più la mezza luna che non la luna piena.

— L’ho sempre detto che Collini è imbecille! — esclamò il signor Tonghi. — Non te l’avere a male, caro mio!

— Hai ragione — rispose Collini, aggrottando le sopracciglia.

E buttò via la sigaretta che gli si era spenta tra le dita.

Due volte al mese, Tonghi invitava a desinare i due amici Collini e Rosselli che, per l’identica