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Visto che la signora Gina era uscita su la terrazza, Andrea Collini accese un’altra sigaretta e la seguì lasciando Rosselli in preda di Tonghi — povero Rosselli!... — Ma se lo meritava quel martirio; pareva quasi contento di sorbirsi la interminabile chiacchierata, perchè, se si sapeva quando Tonghi cominciava, non si sapeva mai quando avrebbe finito.

La signora Gina, coi gomiti appoggiati su un pilastretto e il mento tra le palme, guardava quella falce lunare che si elevava lentamente su le colline, sparendo e riapparendo tra la nuvolaglia che ingombrava il cielo.

— A che pensa? — le domandò Collini.

— A niente. Mi godo questa tiepida serata.

— Ma dunque... vuol proprio farmi impazzire?