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Andava attorno da mattina a sera per tutte le viuzze del paesetto, lentamente, come uno che non ha fretta, fermandosi a discorrere con le donne che filavano al sole, picchiando con discrezione a un uscio, entrando in qualche casa con un melato «Deo gratia» prima di varcare la soglia della porta trovata aperta: e tutti sapevano perchè quello spilungone magro, nero come il pepe, con pochi capelli che gli coprivano appena la nuca si aggirasse per le vie, vero fantasma di malaugurio. Per questo gli avevano appiccicato il soprannome di «Don Mignatta»; andava qua e là a succhiar il sangue della povera gente, peggio di una mignatta, tanto alla settimana, tanto a ogni quindici giorni, tanto a ogni mese! Ed era il termine più lungo che egli solesse accordare.