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doveva importarle degli altri?... Perciò s’irritava contro suo marito che, inconsolabile, forsennato, pregava, scongiurava il dottore con insistenza bambinesca, quasi lo credesse padrone della vita e della morte e capace di fare un miracolo! Il maleficio le pareva legato a quel filo di esistenza, che non voleva spegnersi, che non volevano lasciar spegnere... lui specialmente, suo marito!... Ed ella vibrava tutta, si sentiva squassare tutta; vedeva fiammelle.
E immediatamente, cadeva in grande prostrazione, mutata di punto in bianco, con le lacrime agli occhi per quella creaturina agonizzante; stupita che poco prima avesse potuto desiderare e affrettare coi voti l’empio scioglimento.
— Ma sì, ma sì!... Lo voleva! Aveva sofferto troppo!... Non resisteva più! E vedendo il marito chinato sul lettuccio, dolorosamente intento a spiare il mancante respiro del bambino, si sentiva spinta ad afferrarlo per un braccio e strapparlo di là, e urlargli una terribile parola. Il sangue le affluiva al cervello, le martellava le tempia; un violentissimo tremito tornava a scoterle la persona.
— Giulio!... Giulio!...
Voltandosi al grido sommesso, egli l’avea vista accostare cautamente, in punta di piedi, con gli sguardi smarriti e un dito sulle labbra.
— Lascialo andare, Giulio!... Lascialo andare!...
E lo tirava via dolcemente, sorridendo triste, scotendo la testa con movimento significativo.
— Teresa! Teresa mia! — balbettò Giulio, non comprendo ancora tutta la sua sventura da quegli occhi smarriti, da quelle parole incoerenti.
— Lascialo andare.... Ti vorrò più bene.... Vorrò bene a te solo! A te solo, sì! — ripeteva la misera pazza, tirandolo pel vestito: — A te solo!