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calma della notte, dovevan più facilmente arrivare lassù. E già si sentiva ascoltata, già si sentiva consolata di nuovo.

Perchè doveva repugnarle mentire? Non era per buon fine? Come facevano, dunque, quelle altre che mentivano a fronte alta, a cuor leggero, tradendo?

Infine.... se non le fosse riuscito, se quegli per caso si fosse accorto....

Ebbene, che poteva farci? Avrebbe parlato, avrebbe confessato... sì, sì! Era forse meglio.... Soltanto le otto e mezzo? Altre otto ore di agonia!

Si voltava e si rivoltava nel letto, tastandosi spesso la fronte che le bruciava, tentando invano di distrarsi, di non pensare; e brancicava furiosamente le lenzuola quando l’immagine di quell’altro, scacciata via o tenuta lontana un pezzo, tornava ad assalirla come un invasamento, parlando dal profondo delle viscere di lei; irridendola quasi col mandarle, a traverso lo spazio, dall’Oceano che egli forse in quel momento traversava, le infami parole: Ti amavo! Da due anni!

Non avrebbe taciuto mai?

Era rimasta a letto fino a tardi, incapace di fare lo sforzo di levarsi, quasi, restando immobile, potesse anche ritardare la corsa del treno con cui suo marito tornava; poi s’era alzata tutt’a un tratto irrigidendosi contro ogni impressione capace di infiacchirle l’animo, improvvisamente risoluta di affrontare faccia a faccia il pericolo. Con la cipria rosea e colorandosi lievemente le labbra sbiadite, aveva scancellato dal volto qualunque traccia di pallore; e provava, come una attrice, la parte da recitare, quel che avrebbe dovuto dire all’arrivo di lui.... Sarebbe stato un attimo, ma le tardava che già non fosse passato!

Perciò andò incontro al marito franca, sorriden-