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miva, dopo di esser tornato a casa con uno di quei maledettissimi sassi; io non dormivo più.... Non ho saputo resistere.... Come a un confessore, don Felice!
— Ma questa del rubare è anche una vera malattia — le dissi.
— E se gli veniva quella di ammazzare la gente? Io avevo paura.... Soffrivo più di lui....
Come levarle dal capo che si trattava di pazzia e di magia? E lei e i suoi, intanto, non ne parlavano con nessuno per.... non disonorare la famiglia!
Io ora penso che don Ciccio Curti — se quel che egli disse alla moglie era vero — è stato più che un martire, un eroe! Ha dimostrato col suo esempio che non è difficile vincere anche un forte cattivo istinto, di quelli che la madre natura ha spesso il barbaro capriccio di regalarci fin dalla nascita.
E penso pure: Perchè non dev’esser vero? Perchè?
Ragiono bene, cavaliere? Eh! Cavaliere, che ne dite?
FINE.