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te? — non potrà mai esser detto cattiva azione. Sbagli ne può commettere l’uomo più onesto del mondo, senza cessare per ciò di essere onesto.

E rifletto: — Sbaglio? Perchè? — Bisogna vedere in che senso la prendeva lui da principio. Se, dopo, le circostanze si sono mutate che colpa ne ha un galantuomo?

Pare che le cose siano andate così:

Don Ciccio aveva visto Fina, la bella figlia dei Mandrà il giorno della festa della Madonna degli Angeli, durante la processione. Come se non avesse mai visto una donna!

Otto giorni dopo, si presentava al padre della ragazza.

— Quattro e quattro fa otto, chiedo la mano di vostra figlia.

— Otto e otto fa sedici, non ho mano di figlia da darvi!

— Sedici e sedici fa trentadue, me la prenderò a vostro marcio dispetto....

E mantenne la parola.

Fu una violenza; ma in certi momenti mi si affaccia alla mente il sospetto che la ragazza si sia lasciata rapire volentieri.

Gli graffiò la faccia? Gli strappò una ciocca di capelli? Certamente, vedendosi afferrata all’improvviso, quantunque già sapesse della richiesta e della risposta del padre, non poteva accarezzarlo, attaccarglisi a un braccio.

Stupore generale! Nessuno si sarebbe atteso un atto di simile arditezza da don Ciccio Curti.

Fin qui, però, gli avvenimenti non hanno nulla di straordinario.

Massaio Mandrà strillò, minacciò il finimondo, non voleva affatto dare il suo consenso. Ma quando don