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Si rizzò dalla seggiola con impeto, e prima che Romano potesse fermarla era andata a rinchiudersi nella sua camera, accanto a quella di lui. Dormivano separati, secondo i consigli del libro d’Igiene del Matrimonio, ch’egli aveva comprato poche settimane prima delle nozze.

Romano rimase accasciato, immobile, con i gomiti su la tavola, la testa tra le mani, nel posto dove era seduto di faccia a quello di sua moglie.

Che significavano le parole di lei? Uno spauracchio? Una minaccia? Una confessione a mezzo?... Il sospetto che Elisa non avesse voluto mentire gli faceva correre acuti brividi da capo a piedi.

Come doveva comportarsi? Neppure la straordinarietà del caso lo induceva a prendere una decisione. La sua felicità, la sua pace, il suo onore erano in ballo.... Ma.... gli sembrava di eccedere, anche dando il significato di una minaccia alle parole di Elisa.... Ma.... non doveva illudersi, non fidarsi troppo.... Ma stare in guardia doveva, senza farne le viste.... Oh! Esser giunto a questo dopo due soli anni di matrimonio!... E poi? E poi? Se non potesse dubitare più? Se vedesse crollare a un tratto il bell’edificio della sua vita?... Non avrebbe saputo prendere una risoluzione, una decisione.... neppur dopo?

Aveva però la forza di simulare. Non c’era gesto, non c’era atto, non c’era pensiero, sì, pensiero, di Elisa che gli passasse inosservato. Ora, lei non gli diceva più:

— Vado dalla tale amica, esco per certe compere, mi attende la sarta, passo dalla modista.

Andava e veniva senza inquietarsi di lui, vedendo che lui non s’inquietava punto di lei. Talvolta uscivano a passeggio insieme, apparivano in un palco di teatro, si mostravano in un concerto, in una riunione