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E una volta glielo disse. Ella rispose, con lieve accento di indignazione:
— Mi conosci male, e conosci malissimo le donne. Apparentemente noi sembriamo avide di dominare; in realtà, siamo orgogliose di sentirci dominate dall’uomo, e direi anche oppresse dal suo dominio. Voi vi stupite apprendendo che certe donne amano i mariti che le sappiano bastonare. Quest’atto è per esse una gran prova di superiorità, brutale, ma per quelle povere anime unicamente maschile. Io non vorrei arrivare ad essere bastonata da te: oh, no! Se tu qualche volta, spesso, in certe circostanze, dicessi: — Non voglio! — credo che ti vorrei più bene.
Avea cominciato a parlare, strizzando un po’ gli occhi, come soleva ogni volta che provava un senso di stizza, e aveva finito con raddolcire la voce, facendo una graziosa mossa della testa che voleva significare.
— Sì, sì, ti vorrei più bene!
— Non chiedermi l’impossibile! — disse Romano prendendole le due mani e baciandogliele delicatamente.
Fu come se, da quel giorno, si fosse interposto qualcosa tra loro due, che impedisse il contatto delle loro anime, dei loro cuori. Ella continuò ad esprimere la sua volontà; egli continuò ad accettarla a occhi chiusi; ella sentiva una sottile pena, che si rivelava con un atteggiamento di freddezza, d’indifferenza appena percettibile; egli credeva d’ingannarsi notando il lieve mutamento che avveniva in sua moglie.