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sinare alla buona i due vecchietti Bompiani. Elisa aveva sempre qualche amica col marito, qualche conoscente, una zia, una nipote, un cugino invitati quasi alla insaputa di Romano, perchè egli n’era informato poche ore prima, quando non gli accadeva di vederli arrivare inattesamente e di trovarli a casa rientrando. Pei Bompiani ella gli aveva detto:
— Senti, Romano: io non posso patire i vecchi: mi mettono malinconia. Pare che mi stiano dinanzi per avvertirmi: — Un giorno sarai come noi! — Non è divertente..... Brave persone, lo so, questi tuoi amici.
— Così bravi che mi hanno detto loro stessi: — Vita nuova, figliuolo. Purchè tu sii felice!
Era felice di non dover più consultare nessuno. Non gli occorreva di pronunziare il solito: — Che ne dici? — Elisa aveva già pronto il consiglio, il suggerimento e se ne sbrigava in poche parole, senza ragionarlo. Pareva che gli leggesse la domanda negli occhi. E lui, sùbito: — Sta bene, farò così.
A poco a poco, però, questa supina remissione cominciò ad irritarla.
Avrebbe voluto che qualche volta quell’uomo avesse agito da uomo, facendo, anche capricciosamente, il contrario di quel che gli veniva consigliato. E per ciò ora, dato il suo parere, aggiungeva:
— Io farei così; ma non vuol dire. Potresti fare l’opposto, e ne avrei piacere. Non hai dunque una volontà?
— La tua.
— Lascia andare i complimenti!
— Perchè dici così?
— Perchè vorrei vederti ribellare qualche volta, vorrei vederti imporre la tua volontà anche a me.
Egli la guardava in viso, sorridendo stupidamente, quasi sua moglie scherzasse parlando a quel modo.