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Rimesso l’apparecchio al posto, sedutosi su la poltrona e spento il lume, questa volta egli attese un bel pezzo. Sentiva scricchiolare il letto su cui pareva che Torriani non potesse star fermo, udiva le scale semitonate dei suoi sbadigli; ma erano le undici e quello taceva. Improvvisamente, scoppiò nella camera un formidabile:
— No!... Perchè dovrei accusarmi?... Per espiare?... Per far piacere a te piuttosto!... Ma io vorrei provare un’altra volta la voluttà del brivido che ti prese, quando la lama del mio coltello penetrò nel centro del tuo cuore, spaccandolo come una mela.... E non sei ancora interamente morta?... Dopo cinque anni? Ah! Le donne malefiche hanno la pelle dura!... Perchè.... Non sei tu ancora interamente morta?... Perchè mi ami? Tanto mi ami.... da non poter morire? Dovrei esser pazzo a prestarti fede. E mi hai amato.... anche nell’altro? Negli altri, forse? In tutti, oh! tanto!... Odiami! Voglio essere odiato! Terribilmente odiato.... Non puoi? E sia l’amore il tuo inferno! Sia! Sia!
Torriani ringhiava. La sua voce si sentiva ora da un punto, ora da un altro, come di chi passeggiasse concitatamente per la camera. Poi parve assalito da un folle colpo di risa:
— Ah! Ah!... Non è ancora interamente morta! Ah! Ah! Perchè mi ama, tanto!... Ah! Ah! Tanto!
Pintaura non poteva più dubitare. Egli era venuto in possesso del segreto di un delitto rimasto impunito. Che doveva fare? Star zitto? Denunziarlo? E che prova avrebbe potuto dare, se mai? Si sentiva ossessionato dal sospetto che gli si leggesse in viso quella specie di rimorso da cui era torturato incessantemente, e che tutti lo guardassero, mormorando: Egli sa! Egli sa!
Dopo quella nottata, non si era più rimesso ad