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mangiare in pace. Non voglio discutere le tue solite enormità. Prodromi di riconciliazione? Pentimento? Che m’importa ora del suo pentimento? Doveva pentirsi prima di fare il male.... Mi fai dire stupidaggini!... Ci siamo?

Due settimane dopo, ci trovammo una sera noi due soli, Martelli ed io, a desinare. Gli altri avevano un banchetto regionale.

Martelli entrò masticando nauseato, quasi avesse in bocca un sapore di cosa amara. Buttò là, rabbiosamente, soprabito e cappello esclamando:

— Quando si dice che uno è stato tirato proprio pei capelli si dice meno del vero! Ci siamo? Ma te la immagineresti tu una moglie.... come quella, che mi ferma in mezzo alla via, m’invita ad entrare in un caffè:

— Ragioniamo! Te ne prego! Sii gentile con una signora! — Così! Così!... Ed ha preso il mio braccio e mi ha trascinato dentro, in un angolo in fondo, mi ha fatto sedere, mi si è seduta accanto, e al cameriere ha ordinato tranquillamente: Due espressi! Così, così! Che potevo fare? Ci siamo? Te la immagineresti tu una moglie.... come quella, che nel tragico momento.... Giacchè lo capisci facilmente, il momento era tragico; avrei potuto saltarle al collo, strozzarla.... ero nel mio diritto; e poi eravamo soli.... Strozzarla e andarmene via zitto zitto.... Te la immagineresti tu una moglie.... come quella che prende con le mollette un quadrettino di zucchero e.... in quel tragico momento, ti domanda: — Tre pezzetti, è vero, Paolino?... Avrei voluto risponderle con rovesciarle addosso la tazza fumante.... Ci siamo? E, invece, ho risposto....

— Sì, tre!

— Precisamente!

— Da gentiluomo: non pentirtene.