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e mi fa temere un’assenza, io comincio a sentire un po’ d’imbarazzo stomacale....
Eravamo otto pensionanti nella trattoria di Pappataci e occupavamo una stanza riservata: quattro scapoli, tre ammogliati, uno vedovo, io; tutti impiegati. Due degli ammogliati avevano lasciato le famiglie in provincia, per economia, dicevano; e noi non avevamo nessuna ragione di dubitarne; il terzo, Martelli, era diviso dalla moglie per incompatibilità di carattere, abile modo di esprimere velatamente la sua disgrazia.
Infatti, perchè una moglie scappi via dalla casa maritale e vada a convivere con... un altro, significa che dev’esserci qualche incompatibilità, almeno per parte di lei.
Martelli aveva preso la cosa in santa pace, dicendo:
— Il male non l’ha fatto a me, ci siamo? ma a se stessa. Ormai io conoscevo tutti i difetti della bestia e la compativo; e siccome so, che è affatto incapace di correggersi, si farà sùbito prendere in uggia, e sarà ridotta in mezzo a una strada. Ci siamo? Il mio uscio le è chiuso sempre; la chiave l’ho in tasca e il portinaio è avvertito: in caso di un tentativo di scasso... per opera di madama, correre ad avvertire i carabinieri della caserma vicina. Mi sento smaritato meglio che col divorzio, che non c’è. Ah! Ne ho viste in nove anni, da che eravamo sposati! Ma io sono buono, prudente; ho sopportato il sopportabile e il non sopportabile.... Dillo tu, Gilletti. Mi hai sentito, qualche volta, lamentare in ufficio delle cattive maniere di mia moglie? Mai! Mai! Dicono di Giobbe! Ma costui, ci siamo? Doveva essere un poco di buono se il Signore gli buttò addosso tanti malanni. Infatti ebbe la sfrontataggine fin di rivoltarsi, di mettersi a tu per tu con Domeneddio... E intanto lo portano come esempio di pazienza! Ci siamo? Il vero Giobbe sono stato io, nove