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Era un uomo spassoso, specialmente dopo desinare. Non già che bevesse troppo; ma quel po’ di vino che a un altro avrebbe appena appena confortato lo stomaco, a lui produceva una piacevolissima esaltazione, gli scioglieva lo scilinguagnolo. E allora il suo caratteristico e strano ritornello: Ci siamo? dava un sapore così piccante alle cose ch’egli diceva, che l’ora del chilo, tra un sigaro e l’altro, volava via quasi inavvertita.

Gilletti soleva dire:

— Martelli è un gran digestivo!

E spiegava, scientificamente, secondo lui:

— Le risate ch’egli provoca agiscono in modo meccanico con le continue scosse dello stomaco: diventano una specie di massaggio, che agevola l’opera di tutto l’apparecchio della digestione. Il giorno che Martelli ci mancasse, noi dovremmo ricorrere al Tot, al Fernet dei fratelli Branca, all’Amaro siciliano, al Ferro-China Bisleri, agli altri intrugli pretesi digestivi, che digerirebbero soltanto i nostri quattrini, e sarebbe un vero guaio. I nostri stomachi si sono ormai abituati a quella provocazione. Ecco: oggi che Martelli ritarda


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