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— La tua vendetta è durata poco?

— Una vera follia!

— Una balordaggine! Incredibile!

— Se non che — continuò Bozzani, senza curarsi delle interruzioni degli amici — quella punizione è stata più rapida, più tremenda che io non osassi di sperare.

Come avevo annunziato a mia moglie, mi presentai pure al suo drudo, impiegato in una Banca. — Sono a sua disposizione... — mi rispose. — Riconosco il mio torto! — Non so che farmi della vostra vita — gli dissi. — Avrei potuto ammazzarvi, cogliendovi sul fatto, se avessi voluto: non vi avrei pagati due soldi! — Gli ripetei freddamente quel che avevo espresso a mia moglie: — Dovrà essere per sempre! Per sempre! Come se io ignorassi! Stampatevelo bene in mente! — E gli voltai le spalle.

Ora mia moglie lo odia; egli la odia. Non si possono più soffrire. Si sentono legati a una catena di ferro, e non tentano di spezzarla. Senza che essi lo sospettino, ho affittato una stanza accanto a quella, modestissima, dov’essi si davano convegno, e che, secondo le mie ingiunzioni, non hanno cambiata. Da un buchino abilmente praticato nell’uscio intermedio, io ho assistito, montato su una seggiola, a parecchie delle loro tristi scene di rimproveri, di sdegni, di desolazione.

Non un bacio, non una stretta di mano! Egli si aggira per la camera, come un animale chiuso in gabbia; lei, coi gomiti sul tavolino e la testa tra le mani, gli lancia fiere occhiate di traverso. Ho udito spesso le loro parole: — Per te! — È vita questa? — Dovremmo finirla! — insiste lei. — Per fargli piacere? — risponde lui. — Se sapesse a che siamo giunti!

Ma passano ore senza che scambino una sola parola. Certi giorni, io sono feroce. Attendo che mia mo-