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intelligenza, e il vedersi privo di braccia, tronco inutile per sé e per gli altri, lo rendeva così malinconico e taciturno da impensierire tutto il paese, che appunto dalla disgrazia di lui si attendeva di diventar ricco senza lavorare, per via del tesoro.

In ogni casa, da mattina a sera, non si faceva altro che almanaccare quanto sarebbe toccato a ognuno. Ricchi e poveri, signori e contadini, vecchi, donne, fanciulli... non ci doveva essere nessuna differenza; parti uguali, prelevate le doppie parti della mamma e del figlio. E se questi volesse di più, gli si darebbe senza fiatare.

C’era una specie di congiura fra tutti gli abitanti per mantenere il segreto. Se la gente dei paesi vicini avesse trapelato qualcosa del tesoro incantato, avrebbe potuto accorrere, stabilirsi là... Non era facile impedirlo; e allora, bisognava fare troppe parti; ché! ché! E parlavano del tesoro sotto voce anche tra loro.

Vedendo divenire il giovinotto ogni giorno più triste, non sapevano che cosa inventare per svagarlo, per divertirlo.