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— Quanti legumi! Quanti fiori!

— I legumi per lo stomaco, i fiori per la vista.

— E il tesoro?

— È incantato nella grotta. Per rompere l’incanto ci vuol l’omo senza braccia.

— Un grande tesoro?

— Il più grande che sia al mondo!

La comitiva tornò in paese gongolante di gioia. Lungo la strada avevano ideato un progetto per arricchire tutti. Dovevano dare alloggio e vitto a quella poveretta col bambino monco di braccia: e appena quei due si fossero un po’ rimessi in carne, accompagnarli lassù dal vecchio:

— Ecco l’omo senza braccia!

Quell’altro se le era fatte segare, ma era nato e cresciuto con le braccia. Questi no. Il tesoro era dunque destinato a lui. Ci voleva poco a capirlo.

E fu una gara per alloggiare e nutrire mamma e figliuolo. Ad evitare insidie e rancori, essa andava ad abitare e desinare a turno da una casa all’altra. In meno di un mese, mamma e bambino