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56 | luigi capuana |
— Voglio segate le braccia.
— Siete matto! Vi danno forse fastidio?
— Mi danno fastidio.
— Coi matti non m’impiccio: rivolgetevi a un altro. —
Visto che nessun chirurgo voleva prestarsi a segar le braccia a un uomo sano, decisero di ricorrere ad una strega, e andarono a trovarla, di sera.
— Voglio segate le braccia. —
La Strega, senza rispondere una parola, gli fe’ cenno di nudarsele, prese da un barattolo un unguento nero e puzzolente e gliele unse torno torno, nel punto in cui dovevano esser segate. E le carni cominciarono a bruciare, a fumigare.
Colui gridava, si contorceva dall’atroce dolore.
— Coraggio, amico! Coraggio! —
A quest’altro, intanto, brillavano gli occhi dalla gioia, vedendo compirsi il portento. Le braccia erano cascate per terra: i moncherini rimasti non fumigavano più.
— E per merito vostro, nonna? —
— Mi bastano quelle braccia. —