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si vedeva a perdita d’occhio una fila di stanze illuminate da una luce più bella di quella del sole, e alle pareti, tal splendore di riflessi d’oro, di diamanti, di altre pietre preziose di ogni colore, che la vista n’era abbagliata e non poteva tollerarlo.

— Entriamo; entra tu il primo.

— No, tu!

Avevano paura. Entrarono insieme, tenendosi per mano come due bambini, per farsi coraggio. Passavano da maraviglia in maraviglia, stupiti. Poi uno disse:

— Riempiamoci almeno le tasche!

— Sì, riempiamoci le tasche!

E quando se le furono riempite ben bene, prendendo a manate diamanti, rubini, topazi dai mucchi che ingombravano il suolo, si voltarono per tornare addietro. Ma allora quelle pietre preziose cominciarono a pesare, a pesare da impedir loro di muovere un passo.

— Come facciamo?

— Buttiamone via un po’!

Mossero pochi altri passi, e il peso si aggravò di nuovo.

— Buttiamone via un altro po’!