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420 | luigi capuana |
— Toc!
— Pane, vuol dire che ci sposeremo?
— Tic!
— Cacio, vuol dire che ci sposeremo?
— Toc! —
Il Re non sapeva decidersi a far impiccare i pretesi ladri delle due corone reali. Era tormentato, ogni giorno di più, dal rimorso di essere stato lui a nasconderle tra le materasse del letto in camera di Pane, e in fondo alla cassetta dell’armadio in camera di Cacio. Cominciava ad aver paura di quei due che dovevano essere Maghi o figli di Maghi, se avevano potuto far cessare la carestia e la moria con quello stranissimo mezzo.
Quando finalmente capì che i forti picchi di ogni notte all’uscio della sua camera potevano provenire da quei due Maghi o figli di Maghi, il suo terrore non ebbe confine. E ordinò che gli conducessero al cospetto Pane e Cacio.
— Ah, Maestà, che disgrazia! Pane e Cacio sono scappati via, non si sa come. I catenacci degli usci e delle finestre sono