Pagina:Capuana - Chi vuol fiabe, chi vuole?.djvu/426

416 luigi capuana

Pane e Cacio, per ordine del Re, furono ammanettati come ladri, e gettati nel fondo di un carcere.

Mentre li conducevano via, scherzavano con le guardie, ridevano, quasi niente fosse stato.

— Dite a sua Maestà: «Parola di Re non va indietro!».

Quando il capo delle guardie glielo riferì, il Re rispose:

— Sta bene; ho detto che li farò impiccare e manterrò.

Le Principessine erano inconsolabili. Non sapevano persuadersi come mai Pane e Cacio avessero potuto commettere quella mala azione. Non se ne sapeva persuadere neppure la Regina. Ma non osavano di parlarne al Re, tanto appariva adirato.

Pane e Cacio, quasi per irrisione dei loro nomi, ricevevano ogni giorno, per mantenimento, due fette di pane nero e due fette di cattivo cacio. I guardiani però sentivano venir fuori tali odori di squisite pietanze da far venire l’acquolina in bocca; entravano nella cella dei prigionieri e non trovavano niente; le