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394 | luigi capuana |
— Mi piace. —
Uno era biondo, l’altro era bruno. Scalzi, con quei quattro stracci addosso, ispiravano pietà a tutti quando chiedevano l’elemosina a voce bassa, tendendo le mani; pareva si vergognassero di chiederla.
Vedendoli andare attorno sempre insieme, allegri e sorridenti appena avevano ricevuto di che sfamarsi, la gente li aveva soprannominati Pane e Cacio: Pane il bruno e Cacio il biondo, che sembrava avesse qualche anno meno dell’altro.
Una mattina Pane avea trovato per terra uno zufolo di canna e si era provato a sonarlo; poi lo aveva dato a Cacio perchè si provasse anche lui.
— Senti: —— disse Cacio —— tu sonerai lo zufolo ed io canterò. Ci guadagneremo il pane così.
— Bravo. Io sonerò, e tu canterai; ci guadagneremo il pane così. —
E per poco, quella mattina non dimenticarono di chieder l’elemosina, divertendosi l’uno a canticchiare e l’altro ad accompagnarlo con lo zufolo.